In questa epoca dove abbiamo bisogno di creare vetrine perfette della nostra vita sui social, abbiamo perso di vista il nostro sentire, la nostra personalità, la spontaneità.
Ci preoccupiamo di condividere momenti ed emozioni per attirare l’attenzione futile ed effimera di chi?
Chi sono le persone che guardano i nostri profili social?
Perchè abbiamo bisogno di dimostrare di essere felici, tristi, estremamente emozionati, ma soprattutto, perchè abbiamo la necessità di raccontare a un mondo di sconosciuti la nostra paura della solitudine mascherata da una foto perfetta.
Ormai un like ci fa più compagnia della ricerca di un momento reale.
Non so quanti esperti di comunicazione e relazioni siano sbocciati e cresciuti in maniera esponenziale sul web.
Ci dicono cosa fare, come comportarci, quante volte contattare una persona.
Sanno anche come evitarci la sofferenza e la vergogna a patto di seguire alla lettera i loro consigli.
Inscatolati in schemi banali che non potranno mai calcolare tutte le variabili comportamentali umane (quasi non si riesce con le patologie mentali) seguiamo le istruzioni di individui che a quanto pare hanno trovato il Sacro Graal e per cara grazia, comprando un corso o un libro scritto da loro, ci sveleranno i segreti di un’esistenza felice.
Un’esistenza felice e reale, mica come le foto che postiamo.
Troveremo il fidanzato sano e perfetto, scaleremo i vertici del successo lavorativo e non sbaglieremo mai.
Saremo sempre i primi, ma quanto spazio c’è per tutti questi vincitori?
Dai campioni, dai geni, dai maestri non improvvisati prendiamo spunto e impariamo, ci evolviamo.
Da chi potremmo imparare, arricchirci ed evolverci se fossimo sempre tutti al primo posto?
Ambire umilmente a un ingresso sul podio non sarebbe male, ridurremmo la staticità di uno stazionamento affollato di copie di noi stessi.
La spontaneità è praticamente morta, soprattutto nelle relazioni sentimentali.
Ci stanno togliendo la possibilità di sbagliare aumentando la paura dell’agire.
Ormai passiamo più tempo a studiare tutti i dettagli che i guru del web dispensano sui comportamenti di possibili o effettivi partners piuttosto che sentire quello che il nostro istinto ci suggerisce.
A volte è un istinto suicida, ovvero non porta ai risultati sperati.
E quindi? Cosa succede se riceviamo un rifiuto?
Ci si abbassa l’autostima, diminuiscono le energie e una devastazione cosmica ci assale.
Improvvisamente diventiamo lo zerbino dell’umanità.
Che noia, non possiamo nemmeno essere zerbini per un giorno, se ci va.
Ci stanno demolendo il subconscio che è il nostro sé.
Il subconscio memorizza il nostro vissuto e cerca di far si che le nostre emozioni, i nostri pensieri e aspirazioni siano coerenti con ciò che la nostra parte razionale impartisce.
Il problema è che se non ci permettiamo di sbagliare e di provare anche le emozioni negative dettate da uno slancio d’impulsività, il subconscio non memorizzerà quei dati e non percepiremo più qual è la nostra zona di comfort.
Eviteremo alcune situazioni solo perchè ci hanno detto che non dobbiamo comportarci così.
Su nessuna base scientifica, su nessuno studio sociale.
Sta diventando tutto estremamente pesante.
Una malattia o un lutto sono pesanti.
Scrivere, invitare fuori una persona, chiamarla perché si sente la voglia di farlo non lo è.
Cerchiamo di essere liberi da costrutti sociali che limitano la nostra libertà di espressione.
Abbiamo perso la cortesia di una comunicazione trasparente, il coraggio e la maturità di rispondere no grazie, quando non vogliamo la compagnia di una persona.
Adesso si sparisce, l’indifferenza ha preso il posto di un no educato.
Ricordiamoci sempre che di un no, non è mai morto nessuno.
Guardiamo le vetrine degli altri e rimaniamo inscatolati in una vita che sentiamo non appartenerci riponendo le speranze in istruzioni che un individuo qualunque pensa di regalarci.
Forse dovremmo nuotare controcorrente osando, con la consapevolezza di trovare un’emozione che in qualsiasi modo ci arricchirà e ci farà sentire davvero liberi di aver scelto.
Buona smattata a tutti.
Ciao, è un piacere conoscerti!
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